Pesci del Mediterraneo

La guida completa a tutte le specie ittiche del mare italiano: come riconoscerle, quando pescarle e le tecniche migliori.

21
specie catalogate
🐟In stagione

Spigola

Dicentrarchus labrax

La spigola (Dicentrarchus labrax), conosciuta come branzino nel Nord Italia e come ragno o lupo di mare in altre regioni, è senza dubbio il predatore più ambito e ricercato dai pescatori sportivi italiani. Questo magnifico pesce, appartenente alla famiglia dei Moronidae, può raggiungere dimensioni ragguardevoli fino a 100 cm di lunghezza e 12 kg di peso, anche se le catture più comuni si attestano tra i 40 e i 60 cm. La spigola è un pesce estremamente intelligente e diffidente, dotato di sensi acutissimi che la rendono una preda impegnativa anche per i pescatori più esperti. Il suo corpo affusolato e idrodinamico le permette di cacciare con estrema efficacia in ambienti diversi: dalle foci dei fiumi ai porti, dalle scogliere artificiali alle spiagge battute dalle mareggiate. Durante l'inverno, periodo migliore per la sua cattura, la spigola si avvicina alla costa per la riproduzione, offrendo le migliori opportunità di pesca. Le tecniche più efficaci includono lo spinning con artificiali, il surfcasting e il light rock fishing. La spigola rappresenta non solo una sfida tecnica entusiasmante, ma anche una preda di altissimo valore gastronomico, con la sua carne bianca, delicata e pregiata che la rende una delle specie più apprezzate sulle tavole italiane.

Difficoltà:
1-3 kg
🐟

Orata

Sparus aurata

L'orata (Sparus aurata) è considerata la regina degli sparidi del Mar Mediterraneo e rappresenta una delle prede più ambite per i pescatori sportivi italiani, in particolare per chi pratica il surfcasting. Facilmente riconoscibile per la caratteristica banda dorata che corre tra i suoi grandi occhi, da cui deriva il nome scientifico 'aurata', questo magnifico pesce può raggiungere i 70 cm di lunghezza e superare i 10 kg di peso, anche se le catture più frequenti si aggirano tra 30 e 45 cm. L'orata predilige i fondali sabbiosi ricchi di praterie di posidonia, le lagune costiere e le zone vicine alle foci dei fiumi, dove trova abbondanza di cibo: molluschi, crostacei e ricci di mare che frantuma con i suoi potenti denti molariformi. Questa specie presenta una peculiarità biologica affascinante: è ermafrodita proterandrica, nascendo maschio per poi trasformarsi in femmina durante la crescita. I periodi migliori per la pesca dell'orata sono la primavera e l'autunno, quando si avvicina maggiormente alla costa. Le esche naturali come granchio, cozza, verme americano e bibi sono le più efficaci. In cucina, l'orata è celebre per la sua carne bianca, soda e dal sapore delicato, perfetta per preparazioni al forno, al sale o alla griglia.

Difficoltà:
0.5-2 kg
🐠

Sarago

Diplodus sargus

Il sarago (Diplodus sargus), comunemente chiamato anche sarago maggiore o sargo, è uno degli sparidi più diffusi e apprezzati del Mar Mediterraneo, particolarmente amato dai pescatori che praticano la bolognese e il rock fishing dalle scogliere italiane. Questo pesce dal corpo ovale e compresso lateralmente, riconoscibile per le caratteristiche bande verticali scure sui fianchi argentei, può raggiungere i 45 cm di lunghezza e i 2 kg di peso, sebbene le catture più comuni siano di esemplari tra i 20 e i 30 cm. Il sarago è rinomato per la sua intelligenza e astuzia: è un pesce estremamente diffidente che richiede lenze sottili e presentazioni naturali dell'esca. Vive prevalentemente su fondali rocciosi ricchi di anfratti, nei porti e sui moli, dove si nutre di alghe, molluschi, crostacei e ricci di mare, dimostrando un comportamento alimentare onnivoro. La pesca del sarago richiede pazienza e tecnica: la pasturazione abbondante è fondamentale per attirare e trattenere il branco. Le esche più efficaci sono il bigattino, il gambero, la cozza e soprattutto il riccio di mare per gli esemplari più grossi, i cosiddetti 'saragoni'. Il sarago è attivo tutto l'anno ma offre le migliori catture in primavera e autunno. La sua carne bianca dal sapore deciso lo rende molto apprezzato anche in cucina.

Difficoltà:
300-800 g
🦈

Serra

Pomatomus saltatrix

Il pesce serra (Pomatomus saltatrix), conosciuto anche come bluefish, è senza dubbio il predatore più aggressivo e feroce che popola le acque del Mar Mediterraneo. Questo formidabile cacciatore, appartenente alla famiglia Pomatomidae, può raggiungere i 130 cm di lunghezza e i 14 kg di peso, con esemplari comuni tra i 50 e gli 80 cm. La sua caratteristica più temibile sono i denti: affilati come rasoi, capaci di tranciare qualsiasi filo da pesca e infliggere ferite serie ai pescatori incauti. Il serra è un predatore pelagico che si avvicina alla costa italiana inseguendo i banchi di alici, sugarelli e altri pesci foraggio, creando le spettacolari 'mangianze' in superficie. Quando caccia, il serra entra in una vera e propria frenesia alimentare, attaccando le prede con violenza inaudita. La sua presenza nel Mediterraneo è stagionale: arriva in tarda primavera e rimane fino all'autunno, con picchi di attività a maggio-giugno e settembre. Per pescare il serra sono fondamentali due accorgimenti: l'uso del cavetto in acciaio (i suoi denti tagliano qualsiasi nylon) e recuperi veloci e aggressivi degli artificiali. Lo spinning con minnow, jig metallici e cucchiaini è la tecnica più efficace ed emozionante. Il combattimento è esplosivo, con fughe violente e salti fuori dall'acqua. La carne del serra, rossa e saporita, va consumata freschissima.

Difficoltà:
2-5 kg
🦑In stagione

Calamaro

Loligo vulgaris

Il calamaro europeo (Loligo vulgaris) è il cefalopode più pescato e apprezzato nel Mar Mediterraneo, protagonista assoluto della tecnica dell'eging che ha conquistato migliaia di pescatori italiani negli ultimi anni. Questo elegante mollusco, caratterizzato da un corpo allungato trasparente con pinne laterali che coprono circa due terzi del mantello, può raggiungere i 50 cm di lunghezza e i 2 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 20 e i 35 cm. Il calamaro vive in profondità durante il giorno, ma risale verso la superficie e si avvicina alla costa durante le ore notturne, attratto dalle luci artificiali dei porti e dei moli. Questa caratteristica rende la pesca notturna nei porti illuminati particolarmente produttiva. L'autunno e l'inverno, da ottobre a febbraio, rappresentano il periodo d'oro per la pesca del calamaro, quando gli esemplari si avvicinano alla costa per la riproduzione. La tecnica dell'eging, che utilizza totanare (jig specifici per cefalopodi) di misura 2.5-3.5, richiede un movimento caratteristico: jerking rapido seguito da una caduta lenta e controllata. Le notti di luna nuova sono generalmente le più produttive. Il calamaro possiede tre cuori e sangue blu contenente rame, può cambiare colore istantaneamente grazie ai cromatofori, ed è considerato tra gli invertebrati più intelligenti. In cucina, la sua carne tenera e delicata lo rende perfetto fritto, alla griglia o ripieno.

Difficoltà:
200-500 g
🦑

Seppia

Sepia officinalis

La seppia comune (Sepia officinalis) è il cefalopode più frequentemente incontrato sotto costa durante la primavera italiana, quando questi affascinanti molluschi migrano verso le acque basse per la riproduzione. Questo animale dal corpo ovale e appiattito, con tentacoli relativamente corti, può raggiungere i 45 cm di lunghezza e i 4 kg di peso, sebbene le catture più comuni siano di esemplari tra i 300 e gli 800 grammi. La seppia è dotata di straordinarie capacità mimetiche: può cambiare colore e texture della pelle in millisecondi per confondersi perfettamente con l'ambiente circostante. Da marzo a giugno, le seppie si avvicinano massicciamente alla costa italiana, arrivando a nuotare in pochi centimetri d'acqua su fondali sabbiosi e zone con praterie di posidonia, offrendo opportunità di pesca eccezionali. La tecnica dell'eging per la seppia utilizza totanare di misura 2.0-3.0 con movimenti lenti sul fondo, molto diversi dal jerking utilizzato per il calamaro. Il tramonto rappresenta il momento magico per questa pesca, quando le seppie diventano più attive nella caccia a gamberi, granchi e piccoli pesci. Un elemento distintivo della seppia è il famoso osso di seppia, utilizzato come integratore di calcio per uccelli in gabbia. Il nero di seppia è un ingrediente pregiato in cucina. La carne, morbida e dal sapore dolce delicato, è perfetta in umido con piselli, alla griglia o ripiena.

Difficoltà:
300-800 g
🐟

Leccia

Lichia amia

La leccia (Lichia amia), conosciuta anche come leccia amia o leccia stella, è uno dei predatori più potenti e combattivi che popolano le acque del Mar Mediterraneo, rappresentando una sfida entusiasmante per i pescatori sportivi che praticano lo spinning e lo shore jigging dalle coste italiane. Questo magnifico carangide dal corpo compresso lateralmente e dal profilo alto, con caratteristiche pinne giallastre, può raggiungere dimensioni impressionanti: fino a 200 cm di lunghezza e 50 kg di peso, sebbene le catture più comuni siano di esemplari tra i 60 e i 100 cm per 3-10 kg. La leccia è un predatore costiero che caccia in superficie e a mezz'acqua, inseguendo con incredibile velocità e aggressività i banchi di pesci foraggio. La sua presenza vicino alla costa italiana è stagionale: si avvicina in primavera-estate, con picchi di attività a maggio-giugno e settembre. La tecnica più spettacolare per insidiarla è il topwater con popper e stickbait: l'attacco della leccia in superficie è uno spettacolo adrenalinico che ogni pescatore dovrebbe vivere almeno una volta. L'alba rappresenta il momento migliore per questa pesca, quando le lecce cacciano più attivamente. Attrezzatura robusta è d'obbligo: la leccia combatte con fughe potentissime e resistenza prolungata. Parente stretta della ricciola, offre una carne bianca di buona qualità, ottima cruda o alla griglia.

Difficoltà:
3-10 kg
🐟

Dentice

Dentex dentex

Il dentice (Dentex dentex) è universalmente riconosciuto come lo sparide più pregiato e la preda più difficile da catturare nel Mar Mediterraneo, un vero e proprio trofeo che rappresenta il sogno di ogni pescatore sportivo italiano. Questo magnifico pesce dal corpo robusto e dalla testa grande, caratterizzato dai prominenti denti canini che gli conferiscono il nome, può raggiungere i 100 cm di lunghezza e i 14 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 40 e i 60 cm per 2-5 kg. Il dentice vive su fondali rocciosi profondi, secche e relitti, dove caccia pesci, cefalopodi e crostacei con estrema cautela e diffidenza. È considerato uno dei pesci più intelligenti del Mediterraneo, capace di riconoscere le insidie e di rifiutare esche presentate in modo grossolano: per questo motivo la sua cattura richiede lenze sottili, ami piccoli e presentazioni naturali impeccabili. Il periodo migliore per pescare il dentice è la primavera-inizio estate (aprile-giugno), quando si avvicina alla costa per la riproduzione. Le tecniche più efficaci sono il bolentino profondo con calamaro fresco o seppia, il vertical jigging e la traina con vivo. L'alba è il momento d'oro per le taglie più grosse. La carne del dentice è considerata tra le più pregiate in assoluto: bianca, soda e dal sapore raffinato, perfetta al forno, al sale o cruda. Attenzione: la specie è classificata come vulnerabile e merita grande rispetto.

Difficoltà:
2-5 kg
🐟

Ricciola

Seriola dumerili

La ricciola (Seriola dumerili), chiamata anche leccia ricciola o seriola, rappresenta il trofeo massimo e il sogno proibito di ogni pescatore sportivo che pratica la pesca da riva in Italia. Questo straordinario carangide, considerato l'equivalente mediterraneo dei grandi pelagici oceanici, può raggiungere dimensioni impressionanti: fino a 190 cm di lunghezza e 80 kg di peso, sebbene le catture da riva siano tipicamente di esemplari tra i 10 e i 25 kg. Con il suo corpo affusolato e potentissimo, la caratteristica banda dorata laterale e il dorso blu intenso, la ricciola è una macchina da combattimento perfetta, capace di raggiungere velocità superiori ai 60 km/h e di ingaggiare battaglie estenuanti che possono durare anche diverse ore. Vive prevalentemente su secche profonde e relitti, ma durante l'estate si avvicina alla costa italiana inseguendo i banchi di pesci foraggio, offrendo opportunità di cattura dalla riva a chi è disposto ad affrontare la sfida. Le tecniche più efficaci sono lo shore jigging con jig pesanti (80-200g), il live bait fishing con vivo (sugarello, aguglia) e il popping con artificiali di grandi dimensioni. L'attrezzatura deve essere robustissima: la ricciola non perdona nessuna debolezza. La sua carne rosa, simile al tonno e altrettanto pregiata, è straordinaria consumata cruda come sashimi, in carpaccio o come tataki. Una cattura che cambia la vita di un pescatore.

Difficoltà:
10-25 kg
🦑

Totano

Todarodes sagittatus

Il totano (Todarodes sagittatus), conosciuto anche come totano comune o totano rosso per il suo caratteristico colore rosso-viola intenso, è il cefalopode più grande che i pescatori italiani possono catturare nelle acque costiere del Mediterraneo. Questo imponente mollusco, con il corpo allungato e pinne triangolari corte, può raggiungere i 75 cm di lunghezza del mantello e i 3 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 500 grammi e 1.5 kg. A differenza del calamaro, il totano vive a grandi profondità durante il giorno (100-800 metri), ma risale verso la superficie durante le ore notturne, specialmente in autunno quando si avvicina alla costa per la riproduzione. Ottobre e novembre rappresentano il periodo d'oro per la pesca del totano, con le notti di luna nuova particolarmente produttive. La tecnica più efficace è la pesca dalla barca con totanare grandi (misura 4.0-5.0), spesso luminose, calate in profondità e poi recuperate con movimenti lenti. La pesca notturna del totano è un'esperienza quasi mistica, immersi nel buio del mare aperto. Il totano si distingue dal calamaro per il colore rosso intenso, le pinne più corte e la carne più saporita. Il suo inchiostro è rosso anziché nero. In cucina, la carne del totano è considerata ancora più gustosa di quella del calamaro: perfetta in umido, alla griglia, ripiena o fritta.

Difficoltà:
500g-1.5 kg
🐟

Occhiata

Oblada melanura

L'occhiata (Oblada melanura), chiamata anche occhione in alcune regioni, è uno degli sparidi più comuni e accessibili del Mar Mediterraneo, rappresentando la preda ideale per i pescatori principianti che vogliono avvicinarsi alla pesca dalla scogliera e dai moli. Facilmente riconoscibile per la caratteristica macchia nera rotonda alla base della coda (da cui deriva il nome, che sembra un grande occhio), questo pesce dal corpo ovale e argenteo può raggiungere i 34 cm di lunghezza, anche se le catture più frequenti sono di esemplari tra i 15 e i 25 cm. L'occhiata è un pesce gregario che forma banchi numerosi nei porti, sulle scogliere e sui moli di tutta Italia, rendendola una presenza costante e facilmente avvistabile. Il suo comportamento alimentare onnivoro, che include alghe e piccoli invertebrati, la rende catturabile con esche semplici ed economiche: bigattino, pane, gambero e pasta sono tutte efficaci. La tecnica più produttiva è la bolognese con pasturazione abbondante per attirare e trattenere il branco. Lenza sottile e ami piccoli sono fondamentali per ingannare questi pesci comunque diffidenti. I branchi di occhiate sono spesso rumorosi e facilmente individuabili dalla superficie. Sebbene la qualità gastronomica non sia eccelsa (la carne può avere un sapore leggermente erbaceo), l'occhiata rimane una preda divertente e gratificante, perfetta per far appassionare bambini e neofiti alla pesca sportiva.

Difficoltà:
150-400 g
🐟

Mormora

Lithognathus mormyrus

La mormora (Lithognathus mormyrus), conosciuta anche come marmora o mormiro, è uno degli sparidi più caratteristici e ricercati dai pescatori che praticano il surfcasting sulle spiagge sabbiose italiane. Questo elegante pesce dal corpo allungato e dal muso appuntito, inconfondibilmente decorato da 12-14 bande verticali scure sui fianchi argentei che la mimetizzano perfettamente sulla sabbia, può raggiungere i 55 cm di lunghezza e i 2 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 20 e i 35 cm. La mormora vive esclusivamente su fondali sabbiosi, dove utilizza il suo muso specializzato per scavare alla ricerca di vermi, piccoli molluschi e crostacei nascosti sotto la superficie. Questa abitudine alimentare la rende particolarmente sensibile alle esche vermi: il coreano, il verme americano, il muriddu e il bibi sono le esche più efficaci per la sua cattura. Il periodo migliore per pescare la mormora va dalla primavera all'autunno (maggio-settembre), quando si avvicina alle spiagge italiane per alimentarsi e riprodursi. Dopo le mareggiate, la mormora si avvicina molto a riva, offrendo occasioni di cattura eccellenti. Cerca le spiagge con buche e canaloni, dove questo pesce ama sostare. Le abboccate della mormora sono decise e violente: non aspettare troppo a ferrare! La carne bianca e delicata è molto apprezzata in cucina.

Difficoltà:
300-800 g
🐟

Palamita

Sarda sarda

La palamita (Sarda sarda), conosciuta anche come bonito atlantico, è un piccolo cugino del tonno che offre ai pescatori sportivi italiani azione frenetica e combattimenti entusiasmanti, rappresentando una delle prede più divertenti da insidiare con lo spinning e lo shore jigging dalle coste del Mediterraneo. Questo elegante sgombride dal corpo affusolato e siluriforme, caratterizzato dal dorso blu acciaio con distintive strisce oblique scure e i fianchi argentei, può raggiungere i 90 cm di lunghezza e i 10 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 40 e i 60 cm per 1-3 kg. La palamita è un predatore pelagico che si avvicina alla costa italiana inseguendo i banchi di piccoli pesci, creando le caratteristiche 'mangianze' in superficie facilmente individuabili dai gabbiani che si tuffano. Presente da aprile a ottobre con picchi in primavera-estate, la palamita offre azione garantita quando i banchi sono attivi. La chiave per catturarla è la velocità: recuperi rapidi e aggressivi con jig metallici, cucchiaini e minnow sono devastanti. Preparati a fughe lunghe e veloci: la palamita può nuotare a 40 km/h e non si arrende facilmente. In cucina, la sua carne rossa e saporita, simile a quella del tonno, è ottima alla griglia, cruda o conservata sott'olio, rappresentando un'alternativa economica e sostenibile al tonno rosso.

Difficoltà:
1-3 kg
🐟

Sugarello

Trachurus trachurus

Il sugarello (Trachurus trachurus), conosciuto anche come suro, sauro o 'sgombro bastardo' per la sua somiglianza con lo sgombro, è uno dei pesci pelagici più comuni e abbondanti del Mar Mediterraneo, fondamentale sia come preda sportiva divertente da pescare con attrezzature leggere, sia come esca viva d'elezione per la cattura di predatori nobili come ricciola, dentice e tonno. Questo carangide dal corpo affusolato, caratterizzato dalla distintiva linea laterale spinosa che lo rende immediatamente riconoscibile, può raggiungere i 70 cm di lunghezza, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 20 e i 35 cm. Il sugarello forma banchi enormi, talvolta composti da milioni di individui, che si avvicinano alla costa italiana durante la primavera-estate, offrendo occasioni di pesca spettacolari nei porti, sui moli e nelle zone con corrente. La tecnica più efficace per catturarlo è il sabiki, un terminale con multiple esche artificiali piumate che permette catture multiple: è davvero micidiale! Con attrezzatura ultralight, il sugarello offre combattimenti divertenti e gratificanti, perfetti per avvicinare i giovani alla pesca sportiva. Ma il suo ruolo fondamentale è come esca viva: un sugarello vivo e guizzante innescato correttamente è irresistibile per qualsiasi grande predatore. In cucina, la sua carne delicata è ottima fritta, alla griglia o marinata.

Difficoltà:
100-400 g
🐟

Aguglia

Belone belone

L'aguglia (Belone belone), chiamata anche aguglia comune o semplicemente 'ago' per la sua forma caratteristica, è uno dei pesci più singolari e divertenti da pescare nel Mar Mediterraneo durante i mesi estivi. Questo straordinario pesce dal corpo estremamente allungato e sottile, con un becco appuntito che ricorda un ago gigante, può raggiungere i 90 cm di lunghezza, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 40 e i 60 cm. L'aguglia vive esclusivamente negli strati superficiali dell'acqua, spesso visibile mentre salta fuori dal mare per sfuggire ai predatori o durante la caccia, creando uno spettacolo unico. Durante l'estate, da maggio a ottobre, forma banchi numerosi che si avvicinano alle coste italiane, offrendo opportunità di pesca accessibili e divertenti. La tecnica più efficace è la pesca con bombarda galleggiante e ago artificiale o striscia di pesce, mantenendo l'esca sempre in superficie. Gli ami devono essere lunghi per gestire il becco. L'aguglia ha una caratteristica sorprendente: le sue ossa sono di colore verde intenso a causa della biliverdina, un pigmento che nell'antichità fece credere erroneamente che fosse velenosa. Perfetta per avvicinare i bambini alla pesca, l'aguglia offre catture frequenti e combattimenti guizzanti. La sua carne bianca, sebbene ricca di spine, è buona fritta o alla griglia.

Difficoltà:
200-500 g
🐟

Cefalo

Mugil cephalus

Il cefalo (Mugil cephalus), conosciuto anche come muggine, muletto o volpina, è il pesce onnivoro più diffuso e ubiquitario delle acque costiere italiane, presente praticamente ovunque: porti, lagune, foci dei fiumi, canali e mare aperto. Questo robusto pesce dal corpo affusolato e cilindrico, con il dorso grigio-argento, può raggiungere dimensioni notevoli fino a 120 cm e 12 kg, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 30 e i 50 cm per 1-3 kg. Ma il cefalo è molto più di un semplice pesce comune: dalle sue uova si produce la pregiata bottarga, uno dei prodotti gastronomici più raffinati della tradizione italiana, particolarmente celebre in Sardegna. La pesca del cefalo rappresenta una sfida tecnica sottovalutata: questo pesce ha una bocca piccolissima e abboccate delicatissime che richiedono ami minuscoli, lenze sottilissime e concentrazione massima. La pasturazione abbondante con pane bagnato è fondamentale per attirare i branchi. Le esche più efficaci sono pane, pasta, bigattino e sarda. Il cefalo è una specie straordinariamente adattabile, capace di sopravvivere in acque dolci, salmastre e salate, e può saltare fuori dall'acqua con sorprendente agilità. Attivo tutto l'anno ma al meglio in estate, il cefalo offre combattimenti vivaci. La qualità della carne dipende dall'ambiente: i cefali di mare aperto sono eccellenti alla griglia.

Difficoltà:
1-3 kg
🐟

Scorfano Rosso

Scorpaena scrofa

Lo scorfano rosso (Scorpaena scrofa), conosciuto anche come scorfano di fondale o cappone, è il re indiscusso delle zuppe di pesce italiane e uno dei pesci di fondale più pregiati del Mar Mediterraneo, ma anche uno dei più pericolosi da maneggiare per le sue spine velenose. Questo pesce dall'aspetto quasi alieno, con il corpo tozzo di colore rosso-arancio maculato, la testa grande e irta di spine e appendici cutanee, può raggiungere i 50 cm di lunghezza e i 3 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 20 e i 35 cm. Lo scorfano rosso è un maestro del mimetismo: vive sui fondali rocciosi e coralligeni tra i 20 e i 500 metri di profondità, immobile come una roccia, in attesa di tendere agguati ai pesci e crostacei di passaggio. È più attivo di notte. ATTENZIONE: le spine dorsali e opercolari dello scorfano iniettano un veleno che causa dolore intensissimo, gonfiore e talvolta reazioni allergiche. Il veleno si neutralizza con il calore: in caso di puntura, immergere la parte colpita in acqua calda. Non afferrare mai uno scorfano a mani nude! La pesca più efficace è il bolentino profondo con gambero, calamaro o pezzetti di pesce. La carne dello scorfano è bianca, soda e squisita, ingrediente fondamentale per il cacciucco livornese, la zuppa di pesce e le preparazioni all'acqua pazza.

Difficoltà:
500g-1.5 kg
🐟

Ombrina

Umbrina cirrosa

L'ombrina (Umbrina cirrosa), chiamata anche ombrina comune o umbra, è una delle prede più ambite e prestigiose per i pescatori che praticano il surfcasting sulle coste italiane, rappresentando un trofeo sempre più raro e prezioso a causa della diminuzione delle popolazioni. Questo magnifico pesce dalla forma allungata e dal muso arrotondato, caratterizzato da un piccolo barbiglio sotto il mento e da eleganti strisce dorate oblique sui fianchi grigio-argentei, può raggiungere i 100 cm di lunghezza e i 10 kg di peso, anche se le catture più comuni oggi sono di esemplari tra i 40 e i 60 cm per 2-4 kg. L'ombrina predilige i fondali sabbiosi vicino a scogli e praterie di posidonia, dove si nutre di vermi, molluschi e crostacei con attività principalmente crepuscolare e notturna. La pesca notturna dal surf rappresenta la tecnica più produttiva: cerca le zone dove la sabbia incontra la roccia, habitat ideale per questo pesce. Le esche più efficaci sono il verme americano, il cannolicchio, il bibi e il gambero. Le abboccate dell'ombrina sono potenti e decise, e il combattimento è entusiasmante. Una caratteristica curiosa: l'ombrina emette suoni gracchianti usando la vescica natatoria. La carne bianca dell'ombrina è considerata tra le più pregiate in assoluto, paragonabile al dentice. IMPORTANTE: la specie è classificata come vulnerabile - trattala con rispetto e pratica il catch & release per esemplari non destinati al consumo.

Difficoltà:
2-4 kg
🐟

Triglia

Mullus surmuletus

La triglia (Mullus surmuletus), conosciuta come triglia di scoglio per distinguerla dalla cugina triglia di fango, è uno dei pesci più apprezzati della tradizione gastronomica mediterranea, famoso fin dall'antichità romana quando veniva pagato a peso d'oro per la raffinatezza delle sue carni. Questo elegante pesce dal caratteristico colore rosso-arancio con strisce gialle, immediatamente riconoscibile per i due lunghi barbigli sotto il mento, può raggiungere i 40 cm di lunghezza, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 15 e i 25 cm. I barbigli della triglia sono straordinari organi sensoriali tattili e gustativi che usa per setacciare il fondale alla ricerca di vermi, piccoli crostacei e molluschi nascosti nel sedimento: osservare una triglia mentre 'tasta' il fondo è uno spettacolo affascinante. Vive su fondali rocciosi e sabbiosi da 5 a 400 metri di profondità, e si pesca efficacemente con il bolentino leggero usando gamberetto, verme coreano o pezzetti di pesce come esca. Ami piccoli sono fondamentali per la sua bocca delicata. In cucina, la triglia di scoglio è molto più pregiata della triglia di fango: la sua carne delicata e dal sapore raffinato è perfetta al cartoccio, fritta, in umido o alla livornese. Curiosità: nell'antica Roma, il fegato di triglia era considerato una prelibatezza riservata ai più ricchi.

Difficoltà:
100-300 g
🐟

Cernia

Epinephelus marginatus

La cernia bruna (Epinephelus marginatus) è il vero re incontrastato dei fondali rocciosi del Mar Mediterraneo, un pesce leggendario che può vivere oltre 50 anni e raggiungere dimensioni impressionanti fino a 150 cm di lunghezza e 60 kg di peso. Questo magnifico serranide dal corpo robusto, la testa grande e la bocca ampia, con colorazione bruno-verdastra maculata di chiaro, rappresenta sia un trofeo ambito che un simbolo di salute dell'ecosistema marino: dove ci sono cernie, il mare è sano. La cernia vive in tane e anfratti rocciosi che difende con feroce territorialità, conoscendo ogni centimetro del suo dominio. È estremamente diffidente e intelligente: riconosce i subacquei abituali e può distinguere tra situazioni di pericolo e normalità. Una caratteristica affascinante è che la cernia è ermafrodita proterogina: nasce femmina e si trasforma in maschio con l'età. Purtroppo, la specie è oggi classificata come ENDANGERED (in pericolo) a causa di decenni di sovrapesca, in particolare dalla pesca subacquea. In molte aree marine protette italiane la cernia è completamente protetta. Dove la pesca è consentita, il bolentino profondo con vivo o calamaro e il vertical jigging con jig pesanti sono le tecniche più efficaci. ATTENZIONE: la cernia tenta sempre di tornare in tana - attrezzatura robustissima obbligatoria. La sua carne bianca e pregiata è eccezionale, ma il catch & release è sempre consigliato per preservare questa specie iconica.

Difficoltà:
5-15 kg
🐟

Corvina

Sciaena umbra

La corvina (Sciaena umbra), conosciuta anche come corvo di mare o ombra, è un affascinante pesce notturno che popola le grotte e gli anfratti rocciosi del Mar Mediterraneo, famoso per una caratteristica unica: la capacità di emettere suoni gracchianti simili al gracchiare di un corvo, da cui deriva il nome comune. Questo pesce dal corpo ovale allungato e dalla colorazione bruno-dorata quasi nera, con una grande pinna dorsale caratteristica, può raggiungere i 70 cm di lunghezza e i 5 kg di peso, anche se le catture più comuni sono di esemplari tra i 30 e i 50 cm per 1-2 kg. La corvina trascorre le ore diurne rifugiata nelle grotte e negli anfratti delle scogliere, uscendo solo dopo il tramonto per nutrirsi di crostacei, vermi e molluschi. Questa abitudine notturna la rende una preda elettiva per chi pratica il rock fishing notturno dalla scogliera: una torcia frontale, una canna leggera e buona conoscenza dello spot sono gli ingredienti per una sessione produttiva. Le esche più efficaci sono gambero, verme americano e granchio. I maschi producono i caratteristici suoni durante il periodo riproduttivo per attirare le femmine, utilizzando la vescica natatoria come cassa di risonanza: questi suoni sono udibili anche sott'acqua dai subacquei. La carne bianca dal sapore deciso è buona al forno, in umido o alla griglia. NOTA: la specie è classificata come vulnerabile in alcune aree.

Difficoltà:
1-2 kg

La guida completa ai pesci del Mediterraneo

21 Specie

Ogni scheda include caratteristiche, habitat, comportamento e tecniche di pesca.

Consigli di pesca

Per ogni pesce trovi esche, tecniche e segreti per catturarlo.

Stagionalità

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